Qualche giorno fa la mia amica e collega mi ha mandato questo pezzo con l’entusiasmo di condividere qualcosa di prezioso con tutti noi. con piacere ecco la sua riflessione!
Ho ricevuto tante domande dai bambini in questi anni, molte dalle mie figlie, curiose ed esigenti nella ricerca di risposte. La cosa che ormai posso dire con certezza è che non esistono domande retoriche per i bambini. Quel punto interrogativo che noi adulti spesso mettiamo alla fine, più per darci un tono che per interesse del parere altrui, per loro è una cosa seria. Non va ignorato ma rispettato. Così come non esistono le premesse alle domande importanti, i bambini non utilizzano i preamboli, non sanno cosa significhi edulcorare, se non in maniera inconsapevole per aver ascoltato e cantato la canzone di Mary Poppins. Loro vanno dritti al dunque, ti inchiodano!
Quando la mia pazientina di sei anni mi ha guardata dritta negli occhi, da dietro l’inseparabile mascherina (che scende un po’ ma solo perché il naso è troppo piccolo, non certo per negligenza) chiedendomi:” Elisabetta forse tu sai darmi una risposta.. mia mamma non ci riesce, tu lo sai perché esistono le malattie?”
Io ho preso fiato!
In sé non è una domanda particolarmente difficile, né insolita, forse meno impegnativa del “perche si muore?” o di ” qualcuno s’innamorerà mai di me?”, chiesto da un ragazzino autistico, ma risulta più difficile ora, in cui la malattia è diventata parte della nostra vita e di quella dei bambini.
Il sottofondo alla nostra quotidianità, l’accompagnamento ai nostri rituali, il filtro a qualsiasi progetto.
“La tua è una domanda importante, non sempre è facile rispondere alle domande importanti… però ci proviamo. Le persone sono come gli oggetti, possono rompersi…prendi un’automobile, a volte ha bisogno di essere portata dal meccanico, può avere un problema che si risolve facilmente oppure uno più grave, altre il motore dell’auto si rompe in modo definitivo e neanche il più bravo dei meccanici riesce a rimetterlo in moto. Le persone sono come un motore, hanno bisogno di manutenzione e di attenzioni, inoltre hanno bisogno di benzina.
Sai qual è la nostra benzina? (Occhi sgranati, orecchie aperte.)
Sono le emozioni, la mamma, il papà, le coccole, gli amici, i giochi, la scuola, lo sport, e tutte le cose belle che ci riempiono la vita”.
Lei mi guarda e mi dice: “ok ho capito…non ci avevo pensato”.
Ed io: ” e la tua benzina preferita qual è? “
E continuiamo a parlare, di cose serissime, mentre lei mi prepara un tè con le pentoline.
Quando è andata via ho cominciato a chiedermi se le avessi dato una risposta giusta, chiara, sufficiente; la similitudine con le automobili mi sembrava banale, scontata.
Qualche giorno dopo ho incontrato i genitori, la mamma mi ha detto: “mia figlia mi ha spiegato perché esistono le malattie, era soddisfatta e sorrideva mentre mi diceva che siamo come delle automobili“.
Io continuo a pensare di averle dato una risposta un po’ banale, forse i suoi sei anni meritavano più serietà, più argomentazioni.
Lei, però, è serena e ha potuto condividere con la mamma il suo piccolo sapere, le sue emozioni, l’ansia per qualcosa di sconosciuto, la consapevolezza che esiste una fine ma, soprattutto, l’ebrezza di saper dare una risposta ad una domanda difficile! Piccolo tassello di una sicurezza futura.
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