Emozioni. Che mondo dietro a questa parola, un mondo meraviglioso ma anche molto complicato. A volte è difficile riconoscerle, gestirle o semplicemente dare loro un nome…è difficile per noi, adulti più o meno esperti di certi meccanismi, pensate perciò alla difficoltà per un bambino piccolo che deve conoscere e imparare a gestire questo “mondo complicato”.
CHE COS’E’ L’ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA?
Anche se durante i primi anni di vita avviene in maniera istintiva, scopriamo soltanto intorno ai 5/6 anni che per poterci esprimere, parlando o scrivendo, usiamo l’alfabeto. Lettera dopo lettera componiamo parole poi frasi ed ecco che abbiamo costruito delle solide basi che useremo tutta la vita per esprimerci e comunicare. Così vale anche per le emozioni, se conosciamo quel tipo di alfabeto, riusciamo ad usarlo, quindi ad esprimerci e a comunicare con l’altro! A me piace tantissimo questo modo di pensare le emozioni, così sembra un po’ più facile muoversi nel grande “oceano emotivo”, non credete?
5 SEMPLICI PASSI PER UN’EDUCAZIONE EMOTIVA
1 SVILUPPARE LA GIUSTA SENSIBILITA’. Facciamo notare al bambino i cambiamenti che avvengono ai nostri corpi quando si presenta un’emozione, notiamo le espressioni facciali, la postura del corpo, cosa accade dentro e fuori di noi. Ad esempio: ”Hai visto la mamma? Ha il viso arrabbiato e non sta ridendo” oppure “Scendono lacrime dai tuoi occhietti perché sei triste?”. Avete mai notato gli specchi all’interno degli asili nido? Sono molto utili in quella fascia d’età per scoprire le espressioni delle proprie emozioni quindi sé stessi. Si possono fare molti giochi allo specchio anche a casa propria o progettare attività con fotografie o immagini prese da riviste.
2 DARE UN NOME ALLE EMOZIONI. Aiutiamo il bambino a capire cosa gli sta succedendo dando sempre un nome all’emozione e verbalizzando ciò che è appena successo. Ad esempio: “Sei impaurito perché non sai a che ora tornerà la mamma?” oppure “Ora stai provando rabbia perché il papà ti ha detto di no”.
3 ACCOGLIERE LE EMOZIONI. Se paragoniamo la statura di un bambino e quella di un adulto, ecco che la prima ci sembrerà molto piccola rispetto alla nostra! Non possiamo però fare questo paragone se parliamo di emozioni. Le emozioni del bambino sono grandi e importanti tanto quanto quelle di un adulto, anzi vanno accolte e accompagnate molto più delicatamente affinché vengano comprese. Evitiamo di minimizzarle e di allontanarle, anzi diamo sempre al bambino la possibilità di esprimere le sue emozioni.
4 USARE DEGLI STRUMENTI CONCRETI. Il bambino ha bisogno di strumenti precisi e concreti che lo aiutino a “trasformare” questo concetto astratto di emozione in qualcosa di concreto e tangibile. Leggiamo allora libri scegliendo storie che parlino di emozioni e soprattutto di scenari quotidiani, vicini al bambino. Diamo voce alle emozioni che prova il bambino usando semplicemente il gioco, usando bambole, barbie o pupazzi, il bambino proietterà su quell’oggetto le sue emozioni esternandole con più facilità.
5 MOSTRARE AL BAMBINO IL NOSTRO ALFABETO EMOTIVO. Non abbiamo timore di mostrare al bambino che anche noi adulti proviamo le sue stesse emozioni. È anche tramite l’esempio che avviene l’apprendimento, senza escludere quello emotivo. Genitori che parlano ed esternano le proprie emozioni cresceranno bambini che faranno altrettanto.
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