Care mamme…oggi vorrei affrontare quello che per alcune famiglie è il tragico appuntamento con il pasto. Noi adulti siamo i responsabili dell’alimentazione dei nostri figli, ed è proprio per questo che molte mamme diventano iperansiose quando affrontano il momento del pasto. Perché non mangia la carne? Come faccio a fargli mangiare le verdure? Perché non vuole stare seduto a tavola con noi? Sono troppe le domande che ci verrebbero in mente ripensando ad un pranzo o una cena…ma procediamo passo per passo.
Partiamo col fare una fondamentale distinzione tra ALIMENTAZIONE, cioè l’introduzione degli alimenti nel nostro corpo che possono darci un senso di sazietà, e NUTRIZIONE cioè la scienza che studia il corretto apporto di principi alimentari attraverso l’alimentazione. Nutrirsi significa perciò dare al proprio corpo tutte le sostanze di cui ha bisogno per stare bene.
Spesso ci concentriamo erroneamente sull’alimentazione, controlliamo “quanto” il bambino mangia senza pensare al “cosa”, spesso esauste di corrergli dietro per tutta la casa per fargli mangiare un boccone di carne, finiamo per cedere e preparargli una pizza tirata fuori dal freezer. Oppure sbagliamo nei modi e finiamo per rendere il pasto uno dei momenti più travagliati e odiati di tutta la giornata.
- La prima cosa da fare è far si che il bambino “familiarizzi” con il cibo, che si senta libero di toccarlo, annusarlo e anche di giocarci. Deve considerarsi libero di conoscerlo, senza sentirsi frenato o ostacolato. Cerchiamo di non preoccuparci troppo se sporca i vestitini o se sotto al suo seggiolone ci sarà un disastro. Facciamolo esplorare durante il pasto ma anche al di fuori, costruendo collane di pasta, maracas con il riso o stampini con le patate. Posso assicurarvi che i bambini che hanno frequentato l’asilo nido hanno un rapporto molto più sereno con il cibo, proprio perché hanno avuto la possibilità di conoscerlo e di fare amicizia con esso. Nessuno rimprovera il bambino al nido se il cibo esce dal piatto o se fa un impacco di merluzzo ai capelli!
- Cerchiamo di rendere il momento del pasto, un momento rilassante, interessante e perché no, anche divertente. Non possiamo pensare che i nostri bambini apprezzino tutti i sapori come noi adulti, vanno stimolati a scoprirne di nuovi, reinventando quelli già conosciuti per mantenere vivo l’interesse. Ingegniamoci nel preparare dei piatti buffi, creando delle facce o degli animaletti, colorati e stimolanti.
- Un’altra cosa che possiamo fare è creare il suo posticino a tavola, con la sua sedia adatta alla sua altezza, il suo piattino, le sue posate e il suo bicchiere. Rendiamogli le cose più semplici e adatte alle sue possibilità, acquistiamo bicchierini in plastica con comodi manici, posate colorate ed allegre. Evitiamo di usare bicchieri in vetro o piatti in ceramica, perché in caso di rottura, non solo potrebbe farsi male ma peggio potrebbe essere oggetto delle nostre mortificazioni.
- Facciamo attenzione ai tempi. Spesso ci dimentichiamo la cosa più importante, che sono bambini. Come possiamo pensare che restino immobili al loro posto fino a che anche noi non abbiamo finito? In questo modo forzeremo il bambino, che invece di vivere un momento rilassante vivrà un’agonia. Potremmo invece permettergli di alzarsi non appena abbia finito di mangiare le sue cose, senza fare richieste troppo grandi per le loro possibilità.
- Potrebbe essere utile riservargli un ruolo attivo durante il momento dei pasti. Non chiamiamolo soltanto quando il cibo è già nel piatto. Anzi, potrebbe avere dei compiti precisi, come quello di mettere la tovaglia e addirittura potrebbe aiutarci nel preparare delle pietanze speciali, mescolando o impastando. Nell’averci aiutato si sentirà importante e mangerà con molto più piacere quello che ha creato con le sue mani.
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