Ho pensato a lungo a cosa potessi organizzare quest’anno per la festa della mamma, volevo dedicare loro qualcosa di speciale ma allo stesso tempo qualcosa che parlasse di vita quotidiana. Ho pensato al difficile momento che stiamo vivendo tutti noi e alle difficoltà che in particolar modo le mamme (e anche i papà) vivono oggi. Ho pensato alla fortuna in questo momento di avere un lavoro, un lavoro accompagnato da uno stipendio sicuro, che però permetta di gestire anche le tante dinamiche di una famiglia. Poi ho pensato a lei, moglie, mamma e lavoratrice speciale. Chi meglio di lei può raccontarci cosa vuol dire oggi essere mamma? Chi meglio di lei può parlarci delle difficoltà di essere oggi una mamma lavoratrice? Chi meglio di lei oggi può rappresentare uno specchio attraverso il quale ogni mamma potrebbe guardarsi?
Oggi vorrei raccontarvi la storia di Valentina, 33 anni, moglie di Marco, mamma di una bellissima bambina di due anni di nome Chiara e medico anestesista presso il reparto di terapia intensiva di un ospedale marchigiano (preferiamo mantenere l’anonimato della struttura).
Da giovane come immaginavi il tuo futuro?
“Il mio futuro lo immaginavo diverso, immaginavo per me un’altra vita e un altro lavoro. Pensavo di fare l’interprete e viaggiare per il mondo…immaginavo altre cose insomma e soprattutto realizzate in tempi diversi.”
Quando ti immaginavi mamma, chi erano i tuoi modelli? A chi ti ispiravi?
“Quando m’immaginavo mamma, immaginavo di diventare l’insieme di tutte le cose belle che vedevo nelle mamme che conoscevo, ovviamente inclusa la mia di mamma. Poi crescendo, o meglio diventando mamma anche io, ho capito che in realtà mia madre era la migliore tra tutte e non volevo essere che come lei. Quindi si, direi che mia madre è stata la mia ispirazione.”
C’è stato un momento preciso in cui hai capito di essere pronta ad avere dei figli?
“Mi sono posta anche io questa domanda in passato, mi sono chiesta se sarebbe arrivato un momento preciso in cui sentirmi pronta, ma non ho trovato risposta. Ricordo di averne parlato anche ad un’amica e collega per capire come lei avesse riconosciuto il momento giusto. Mi è stata molto d’aiuto dicendomi che avrei capito da sola quando sarebbe arrivato e probabilmente se mi stavo ponendo quella domanda allora il momento non era di certo arrivato. Poi ad un certo punto mi sono resa conto che non c’era un motivo per cui non avrei dovuto diventare mamma e allora abbiamo iniziato a provarci. La cosa strana è che non mi sono mai sentita pronta ad essere mamma, perché le paure sono tante quando pensi alle cose che non saprai come affrontare ma poi la forza arriva.”
Sei diventata prima mamma o dottoressa?
“Sono diventata prima dottoressa, laureandomi nel 2012 e Chiara è nata dopo un po’, nel 2018.”
Mamma e medico, ti hanno mai spaventata queste due parole vicine?
“Si, mi hanno spaventata spesso, soprattutto quando, oltre ad essere medico, sono diventata poi anestesista. Tutte le volte che questa preoccupazione arrivava pensavo alle mie colleghe che avevano più figli e che riuscivano comunque a fare anche i medici. Non solo, riuscivano a fare molto bene il loro lavoro e credo molto bene anche le mamme, perciò mii sono convinta che questo non doveva e non poteva essere un problema.”
Con l’arrivo del COVID-19 com’è cambiato il ruolo di medico e quello di mamma?
“Con l’arrivo del Covid in realtà a lavoro è davvero cambiato tutto. Prima di allora avevamo tutti molta ansia e preoccupazione scatenate dal fatto che nessuno sapesse davvero cosa stava per arrivare. E questa cosa sconosciuta è arrivata proprio come uno tsunami, questo è il paragone più giusto per farvi capire come ci siamo sentiti in quel momento, nel bel mezzo dell’onda di uno tsunami. Sembrerà strano ma in mezzo a quell’onda essere mamma mi ha aiutata moltissimo, fare la mamma era l’unica cosa che bilanciava quello che succedeva a lavoro. Tutte le cose brutte che potevano capitarmi a lavoro avevano come consolazione il fatto che la sera sarei tornata a casa da mia figlia. Poi è arrivato il momento in cui la paura ha prevalso, ho avuto davvero paura di ammalarmi o di portare il virus a casa, quindi ho dovuto allontanare da me mia figlia e mio marito. Insieme alla paura ha prevalso però anche l’essere mamma, ho voluto proteggere lei sopra ogni altra cosa. È rimasta sempre l’unico pensiero fisso che potesse darmi serenità e il pensiero di sapere mia figlia al sicuro mi ha aiutata e mi aiuta tutt’ora anche a lavoro. “
E adesso? Mamma e medico, ti spaventano queste due parole vicine?
“Ancora adesso mi spaventano ma in modo diverso. Adesso mi spaventa il fatto che mia figlia abbia una mamma che facendo questo lavoro potrebbe metterla in pericolo.”
Se ti chiedessi di riflettere su questi due ruoli e a tutto ciò che racchiudono, qual è la cosa che ti preoccupa di più in questo momento?
“Se penso al lavoro la cosa che più vorrei è quella di essere di aiuto il più possibile mentre a casa mi preoccupa proteggere mia figlia soprattutto da quello che potrei trasmetterle io.”
Ci sono momenti difficili in cui pensi di non potercela fare? E come riesci a superarli?
“Ho scelto un lavoro in cui momenti come questi non possono esistere, perché se sono io a pensare di non farcela anche chi dipende da me potrebbe non farcela. Anche nelle condizioni più disperate devo pensare che io e il paziente ce la faremo, altrimenti non potrei fare questo lavoro. Nei momenti più difficili penso soltanto di fare il massimo e non mi resta che sperare che questo basti.”
I genitori hanno tanti dubbi sui comportamenti da tenere in questo periodo nei confronti dei bambini. Che consigli potresti dare alle mamme preoccupate per la salute dei loro piccoli?
“Per la salute dei bambini è importante l’isolamento, perché non sapendo chi sia positivo e chi no, dobbiamo pensare che tutti lo siano. Quindi rispettando le distanze e indossando la mascherina si annulla la possibilità del contagio. La questione non riguarda soltanto la salute dei bambini ma anche di tutti coloro con cui sono a contatto, soprattutto dei nonni che sono i soggetti più a rischio. È importante farli giocare il più possibile all’aria aperta ma fare molta attenzione al contatto con gli altri bambini, visto il periodo storico particolare dobbiamo avere cautele particolari. Ci tengo a dire che lavorando in ospedale e sapendo come funziona il virus e la malattia, sono sicura che il comportamento che sto attuando sia adeguato per preservare mia figlia e la sua salute e faccio davvero fatica a capire come altre mamme, spesso inesperte e a volte semplicemente informate dai social, abbiamo il coraggio di fare alcune scelte e pensare davvero che quelle scelte siano sicure per i loro figli. Bisogna affidarsi soltanto ad esperti e professionisti in un momento particolare come questo.”
Il COVID-19 come ha cambiato il rapporto con tua figlia?
“Il rapporto con Chiara è cambiato perché sono 2 mesi che non ci vediamo, perché lei e mio marito si sono momentaneamente trasferiti dai miei genitori. Ci stiamo vedendo soltanto ultimamente e all’aria aperta, io indosso la mascherina e cerco di non toccarla. Quello che è cambiato è il mio comportamento verso di lei ma di certo non il nostro rapporto. Lei sa che io ho la bua (chiamiamo così il pericolo del Covid), che non possiamo toccarci e che non può entrare in casa. Sa che la mamma spesso non c’è perché è a lavoro a curare i bambini e se glielo chiedo lei mi dice che mi ama e cerca di farmi capire che questo mio comportamento non ha cambiato l’amore che prova per me. “
Che cosa vorresti o ti augureresti di più per Chiara?
“Per mia figlia mi auguro quello che si augurano tutte le mamme credo, cioè che sia felice e che possa realizzarsi. Non le auguro però di tornare alla normalità, perché normalità per me non significa niente. Adesso dobbiamo adattarci a vivere una condizione diversa da quella che esisteva prima e vivere una condizione diversa può significare apprezzare quello che davvero conta nella vita.”
Se ti dico “domani” tu a cosa pensi?
“Se penso al domani penso a noi medici che continueremo a fare quello che abbiamo fatto fino ad oggi, cioè il meglio, con i mezzi che abbiamo e con quello che ci troviamo di fronte. Per me il domani sarà così, come medico e come mamma…cercare di fare il meglio.”
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